È stata descritta la prevalenza di danno neurocognitivo ( NCI ) tra le persone con infezione da HIV ( HIV+ ) con diagnosi e gestione precoce, rispetto ai controlli HIV-negativi.
È stato condotto uno studio trasversale tra 200 pazienti HIV+ e 50 individui abbinati non-infetti da HIV ( HIV- ).
I pazienti HIV+ sono stati classificati come pazienti in stadio precoce ( meno di 6 anni di infezione da virus HIV, senza condizioni che definiscono AIDS, e nadir di CD4 maggiore di 200 cellule/mm3 ) o stadio tardivo ( n=100 in ciascun gruppo ); entrambi i gruppi sono stati diagnosticati precocemente e hanno avuto accesso alle cure.
Il danno neurocognitivo è stato diagnosticato con una serie completa di test neuropsicologici standardizzati.
I pazienti HIV+ avevano un'età media di 36 anni, il 91% erano sieroconvertitori ( finestra media di 1.2 anni ), avevano una durata media di HIV di 5 anni, avevano un nadir di CD4 di 319, avevano CD4 attuali di 546 cellule/mm3, e il 64% era in terapia antiretrovirale altamente attiva ( iniziata 1.3 anni dopo la diagnosi a una media di CD4 di 333 cellule/mm3 ).
Il danno neurocognitivo è stato diagnosticato in 38 ( 19% ) pazienti HIV+, con una simile prevalenza di danno neurocognitivo tra i pazienti in stadio precoce e tardivo ( 18% vs 20%, P=0.72 ).
La prevalenza di danno neurocognitivo tra i pazienti HIV+ era simile a quella tra i pazienti HIV-.
In conclusione, i pazienti HIV-positivi diagnosticati e trattati in modo precoce durante il corso della infezione da HIV presentano una bassa prevalenza di danno neurocognitivo, paragonabile ai soggetti abbinati non-infetti da virus HIV.
Il riconoscimento e il trattamento precoci della infezione da HIV possono essere importanti nel limitare il danno neurocognitivo. ( Xagena2013 )
Crum-Cianflone NF et al, Neurology 2013; 80: 371-379
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